venerdì, giugno 22, 2007

IL MANTRA DI BUSH: ABBIATE PAURA, ABBIATE MOLTA PAURA

Al Congresso i democratici si torcono le mani, arrotano i denti e si lamentano che non potevano far nient'altro che soccombere e votare per il rifinanziamento della guerra in Iraq. Dopo tutto, il furbastro George W. Bush li aveva chiusi in un angolo e loro non avevano voti per controbattere la sua proposta.

Balle. Avevano solo da far passare con urgenza un progetto di legge finalizzato a iniziare – e finire – il completo ritiro dei 150.000 e più soldati americani che combattono in quella terra lontana. E riproporlo di continuo, più e più volte, gettandolo in faccia ad un presidente che confonde ostinazione e cocciutaggine per fermezza.

Se il presidente avesse continuato ad opporsi a tutti gli atti legislativi che il Congresso gli avesse proposto, alla fine i soldi si sarebbero esauriti, anche se con un bilancio di circa mezzo trilione di dollari all'anno, per il Dipartimento della Difesa, l'Amministrazione Bush avrebbe potuto e forse lo avrebbe fatto, "rubare a Pietro per pagare Paolo", finché sia Pietro che Paolo sarebbero andati in rovina. A quel punto sarebbe stato chiaro a tutti chi fosse il vero problema e di chi era la colpa per aver mancato di procurare i soldi necessari alla conclusione ordinata di una guerra che George W. Bush ha iniziato ed è deciso a non far finire per il resto della sua e nostra vita.

In Texas, alcuni amici del presidente hanno rivelato alla giornalista Georgie Ann Geyer che il presidente ha intenzione di predisporre le cose in modo tale che i suoi successori non possano uscire dall'Iraq per oltre mezzo secolo. Quello che George W. Bush vuole è che il suo sterile e sanguinoso retaggio di una inutile guerra che ha fatto più male a noi che ai nostri nemici continui, così come è continuato il nostro più razionale e meno costoso impegno in Corea.

Mettere i bastoni fra le ruote di una macchina governativa così maldisposta non dovrebbe essere tanto difficile, specialmente se si ha l'autorità di staccare assegni. Ci vuole soltanto coraggio, integrità e assenza di paura. Ahimè, quello è proprio ciò che è mancato a Capitol Hill quando la leadership democratica, o presunta tale, è crollata rovinosamente. Hanno gli occhi puntati sulle elezioni presidenziali del 2008, e hanno paura che Karl Rowe, il noto imbonitore della Casa Bianca, descriverà i rappresentanti del Partito Democratico e tutti i democratici come pappe molli riguardo al terrore, accusandoli di pugnalare alla schiena le truppe americane.

La parola chiave qui è PAURA, e la paura è il vero retaggio che George W. Bush, Dick Cheney e i loro pavidi asserviti neo-con si lasceranno alle spalle.

Hanno instillato la paura nel popolo americano, iniziando con l'11 settembre, e da allora ci hanno marciato sopra. Ogni volta che sul loro orizzonte si prospettano tempi bui, ecco che si alza la bandiera rossa, o quella arancione, o gialla. Il sistema nazionale di vigilanza è diventato un semaforo acceso 24 ore al giorno, però non diventa mai verde.

Ogni volta che la verità sta per trapelare alla Casa Bianca, all'improvviso l'FBI sembra scoprire un'altra grave e paurosa trama terroristica. Una bomba sporca (bomba atomica altamente radioattiva, n.d.t.) piantata nel cuore di una città americana. Un piano per distruggere il ponte di Brooklyn con la fiamma ossidrica. Un altro piano per far saltare in aria il maggior grattacielo di Chicago. Un altro piano di assassini dagli occhi di ghiaccio mascherati da pizzaioli per attaccare Fort Dix nel New Jersey e uccidere soldati americani. Ci sono pericolosi nemici là fuori, ma al centro di tutte queste trame oscure non si trovano che sciocchi inetti senza soldi, senza armi e senza una mente che li coordini. Con nient'altro che un agente dell'FBI che continua ad interrogarli per un anno o giù di lì.

Nei giorni più bui della Depressione, Franklin Delano Roosevelt dichiarò che il popolo americano non doveva aver paura che della paura stessa. La sola cosa di cui George W. Bush ha paura è l'assenza di paura. Proprio come sono convinti che una bugia ripetuta abbastanza volte in qualche modo diventi verità (chiedete al vicepresidente Cheney della non-esistente alleanza dell'Iraq con Al-Qaeda, per esempio), questi sembrano credere che se gridano "al lupo" abbastanza spesso la maggioranza degli americani saranno pronti a scambiare la loro libertà con l'illusione della sicurezza. Che questo scambio risulti con le vittime che rimangono sia senza libertà che senza sicurezza sembra perso nella traduzione.

Questa Amministrazione ha inculcato la paura nel popolo americano, nella gran parte dei media il cui compito è di parlare con chiarezza al potere, non di sottomettersi al potente, ha instillato paura nella politica estera della nostra grande nazione, e adesso perfino nella maggioranza democratica al Congresso.

La paura insidia la volontà e il potere di decisione degli esseri umani. La paura offusca tutto ciò che è buono e decente e ci impedisce di vedere tutto il male che è commesso a nostro nome. Ma adesso basta.

Abbiamo vissuto per più di sei anni con la paura dei nostri vicini, la paura che il mondo si rivolti contro di noi per colpa delle parole e delle azioni dei nostri leader, paura di un futuro che un tempo era un sogno luminoso e brillante.

Quel che dobbiamo fare è smettere di aver paura per i prossimi 600 giorni circa che il presidente passerà ancora alla Casa Bianca. Come c'era scritto su quegli adesivi sui paraurti delle auto: NIENTE PAURA! Possiamo, e dobbiamo, essere attenti, in guardia e vigili perché ci sono malfattori a questo mondo. Non dobbiamo essere avventati, ma dobbiamo tenere gli occhi aperti e la mente libera. Ma soprattutto dobbiamo stabilire che mai più ci lasceremo manipolare da un gruppo di cinici politicanti che sanno solo come odiare e non come amare. Niente paura!

Articolo tratto da comedonchisciotte (LINK)

Ed ora vi saluto tutti, uomini liberi della terra
Vostro
Capitano Nemo